Il dolce far niente

Si sa, bisogna sempre essere in movimento, fare qualcosa, essere connessi, veloci…
Fermarsi per un po’ a far niente non si può, si viene subito “rimproverati” – ma come non hai fatto niente oggi? Che pigrone! – anche se magari è sabato o domenica, giorni nei quali uno avrebbe il santo diritto di fare quello che più gli pare, tra cui, appunto, un bel niente.
Eppure, sabato pomeriggio non ho fatto altro che stare su un prato a godermi il primo sole di primavera e non mi è sembrato affatto di aver sprecato del tempo. Me ne sono stata lì, senza orologio, senza telefono (quindi senza social e senza internet), senza niente; in silenzio tra me e me e ho riflettuto, fantasticato, sentito.

Ho sentito il vento passare tra gli alberi e l’erba, ho sentito il calore del sole pizzicarmi un po’ il viso ancora – molto – pallido, ho visto il bianco delle nuvole e delle cime ancora innevate, ho guardato un uomo mentre si prendeva cura del suo giardino, ho osservato – curiosa – la finestra aperta di una vecchia casa e le sue tende bianche muoversi col vento, mi sono immaginata quella stanza: il vecchio pavimento ed i mobili di una volta, ho sentito un cane che abbaiava da lontano, ho annusato l’aria e l’odore di un falò di rami secchi è arrivato fino al mio naso, ho guardato i capelli biondi di Viola brillare al sole. Ognuna di queste cose mi ha raccontato qualcosa e mi ha fatto pensare.

E dire che me ne sono stata quasi immobile su un prato, a non fare niente e con gli occhi su un minuscolo angolo di Mondo.

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